
Il sindaco Giambattistino Chiono non ci sta. All’unione dei Comuni non ci vuole proprio pensare.
Lo ha detto anche l’altra sera, durante la riuione dell’Anpci (associazione nazionale dei piccoli comuni) convocata da lui stesso nel suo paese.
“La Regione – inforca agguerrito Chiono – sta predisponendo una legge per dividere il territorio in ambiti ottimali”. Cosa significa?
“Semplice, vuole che i comuni più piccoli condividano la gestione di alcuni servizi, come ad esempio l’ufficio tecnico”.
Nella divisione che è stata progettata, Busano rientrerebbe con i Comuni di Rivarolo o Cuorgnè.
Se non è una vera e propria fusione poco ci manca.
“Il problema – continua Chiono – non è con quale Comune ci vogliono mettere, ma il fatto che la Regione sta cercando in tutti i modi di accerchiarci, di farci unire, quando già in passato avevano espressamente detto di no”.
Quella che propongono è una sorta di via di mezzo tra la fusione e l’indipendenza.
Ma secondo il primo cittadino la questione è anche un’altra. “E’ provato statisticamente che i comuni che sono al di sotto dei 5 mila abitanti sono sotto organico, hanno poco personale. Come facciamo, a mettere a disposizione un dipendente comunale?”
La situazione peggiorerebbe solamente.
Eppure c’è chi dice dì pur di ricevere un contributo promesso dalla Regione.
“Spesso e volentieri la Regione ha proposto un contributi in cambio per un periodo di due anni. La fusione dei servizi durano infatti giusto il tempo dell’incentivo. Poi non funzionano più, iniziano ad avere dei problemi perchè non ci sono soldi per gestirlo”.
E’ il caso, per esempio, del gruppo dei vigili di Rivarolo che si era messo insieme a quello di Salassa.
“E’ stato un disastro. Ci fossero più dipendenti, forse se ne potrebbe parlare”.
Le stesse cose, il sindaco Chiono le ha ribadite venerdì mattina a Torino, di fronte al vice presidente della Regione ed a Roberto Valmaggia.
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